
Credo sia importante imparare ad ascoltarsi per ascoltare, riconoscersi per riconoscere, educarsi per educare, aver cura di sé per aver cura degli altri e del mondo e credo che restare in connessione con se stessi diventi più facile quando ci mettiamo in gioco con la nostra immaginazione, creatività e sensibilità.
La crescita dell’uomo si fa cammino progettuale all’interno di un percorso evolutivo individuativo: fondamentale coltivare una postura attiva di dialogo interiore con se stessi e con il mondo.
Facilitare la ricerca, il dialogo, l’esplorazione creativa e l’autoconoscenza significa per me ‘allestire’ contesti di opportunità in cui costruire con le persone, bambini, giovani e adulti, un clima di fiducia e di rispetto reciproco.
Come counselor espressivo integro una comunicazione dialogica, non direttiva, basata sull’ascolto attivo, con quelle pratiche espressive mutuate dai linguaggi artistici (es. scrittura, collage, disegno, visualizzazioni, rilassamento, esercizi corporei) che facilitano l’esplorazione e la narrazione di sé, attraverso simboli e metafore visive e materiali.
Nell’approfondire teorie, metodi e tecniche, coltivo un approccio nella relazione di aiuto che nella pratica concreta posso definire ‘compoetico’.
Cum+poeticus
Poetica e’ innanzitutto per me quella qualità della relazione che si dispone ad accogliere, in connessione autentica e onesta con se stessi, ciò che nell’incontro con l’altro accade nel qui ed ora, ma anche la capacità di stare e avvalorare il sentire, l’immaginare, l’intuire.
Un approccio che si va formando attraverso il filtro creativo e intuitivo dell’esperienza personale, delle conoscenze acquisite, delle suggestioni nate da nuove letture e da nuovi incontri, in quel dialogo con l’arte e le scienze umane.
Un approccio che alla fine mi fa dire, consapevolmente, “sono qui, ti ascolto”.
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